Translate ...

sabato 21 dicembre 2013

I Bronzi di Riace tornano a casa


Il lungo esilio dei Bronzi di Riace - dal 2009 a palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale calabrese - è terminato.
Si è svolta oggi, infatti, l'inaugurazione per la riapertura della "sala dei bronzi di Riace" del Museo nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria.
Il recupero del museo è opera dell’architetto Paolo Desideri: l'utilizzo del modello noto come “tensegrity”, mai adottato in Italia, ha dato come risultato 10.800 metri quadrati ripristinati, la copertura vetrata del cortile e il pavimento in lastre di vetrocamere con una struttura metallica leggerissima.
Sono state inoltre riaperte le finestre murate in passato ed è stato realizzato un impianto di climatizzazione e filtraggio dell’aria soprattutto negli ambienti dei Bronzi.


Come evidenziato "grazie al restauro e alla nuova organizzazione museale è stato possibile esporre pezzi straordinari, chiusi nelle casse e mai visti. Sarà il Museo dei Bronzi di Riace. Ma non solo. Per la verità, molto di più. Sarà la Casa della Magna Grecia". 
Le due statue – rinvenute nel 1972 nei pressi di Riace (provincia di Reggio Calabria) – sono considerate tra i capolavori scultorei più significativi dell'arte greca e tra le testimonianze dirette dei grandi maestri dell'età classica. Le ipotesi sulla provenienza e sugli autori dei bronzi sono diverse, ma non esistono ancora elementi che permettano di attribuire con certezza le opere ad uno specifico scultore.

Ti potrebbe interessare:

giovedì 19 dicembre 2013

A Torino "RENOIR, dalle Collezioni del Musée d'Orsay e dell'Orangerie"



Alla GAM (Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea) di Torino fino al 23 febbraio 2014, una mostra che riunisce una sessantina di opere di Pierre-Auguste Renoir (1841-1919) - eccezionalmente prestate dal Musée d’Orsay e dall’Orangerie - e permette di ricostruire nella sua completezza il percorso artistico di uno dei maestri dell’Impressionismo.
Il percorso espositivo attraversa i grandi temi che hanno caratterizzato la sua opera, dagli inizi - nella Parigi degli anni sessanta dell’Ottocento - quando incontra Monet, Bazille, Cézanne, Degas, Pissarro e Manet, fino ai grandi nudi femminili degli ultimi anni, passando per i ritratti delle "grisettes" (le sartine di Montmartre), quelli dei suoi amici e familiari, i paesaggi e i fiori che celebrano la vitalità della natura o ancora l’evocazione gioiosa e lirica dei balli e delle feste popolari.


I capolavori qui raccolti testimoniano quanto, al di là dello stereotipo che frequentemente lo identifica solo come pittore della spensieratezza e della gioia di vivere, Renoir fu un artista in perenne ricerca, sempre pronto a misurarsi con il nuovo.
La mostra si articola in nove sezioni: "L’età della Bohème", “Nous adorons les femmes de Renoir”; “Le métier de paysagiste”; "Infanzia"; “La recherche heureuse du côté moderne”; "Le Jeunes filles au piano"; “Beau comme un tableau de fleurs”; “Le nu, forme indispensable de l’art”; "L’eredità delle Bagnanti".


Ti potrebbe interessare: