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sabato 25 febbraio 2017

Keit Haring. Mostra al Palazzo Reale di Milano

 
In mostra fino al 18 giugno 2017, l’esposizione "Keith Haring. About Art" presenta 110 opere (molte di dimensioni monumentali) alcune delle quali inedite o mai esposte in Italia.
Keit Haring è considerato uno dei più importanti autori della seconda metà del Novecento e la sua arte percepita come espressione di una controcultura socialmente e politicamente impegnata su temi propri del suo e del nostro tempo: droga, razzismo, Aids, minaccia nucleare, alienazione giovanile, discriminazione delle minoranze, arroganza del potere. Haring ha partecipato di un sentire collettivo diventando l’icona di artista-attivista globale.
La lettura retrospettiva della sua opera è corretta se vista anche alla luce della storia delle arti che egli ha compreso e collocato al centro del suo lavoro, assimilandola fino a integrarla nei suoi dipinti e costruendo in questo modo la parte più significativa della sua ricerca estetica.
Le opere dell’artista americano si affiancano a quelle di autori di epoche diverse - a cui Haring si è ispirato e che ha reinterpretato con il suo stile unico e inconfondibile - in una sintesi narrativa di archetipi della tradizione classica, di arte tribale ed etnografica, di immaginario gotico o di cartoonism, di linguaggi del suo secolo e di escursioni nel futuro con l’impiego del computer in alcune sue ultime sperimentazioni. Tra queste, s’incontrano quelle realizzate da Jackson Pollock, Jean Dubuffet, Paul Klee per il Novecento, ma anche i calchi della Colonna Traiana, le maschere delle culture del Pacifico, i dipinti del Rinascimento italiano e altre.
La mostra è ordinata in un allestimento emozionante e al contempo denso di rimandi al contesto in cui la breve ed esplosiva vita di Haring gli consentì di esprimersi come una delle personalità più riconosciute dell’arte americana del dopoguerra.


Riferimenti da: Palazzo reale - Comunicato Stampa

domenica 19 febbraio 2017

A Pompei "Il corpo del reato". Mostra all'Antiquarium degli scavi.

Fino al 27 agosto, all'Antiquarium di Pompei, un inedito “bottino” di oggetti sequestrati a partire dagli anni ’60 ed ora svincolati e resi disponibili al pubblico: circa 170 reperti (ceramiche, crateri, statue, depositi votivi, falsi archeologici ecc.) dal VI secolo, all'età romana.
Il Corpo del reato” è una testimonianza della grande razzia subita dal patrimonio culturale italiano. Una lunga e massiccia stagione di saccheggio a cui le Forze dell’Ordine hanno posto un freno con un’importante azione di salvaguardia arrivando a sequestrare oltre 800 mila reperti, una cifra che dobbiamo immaginare comunque inferiore rispetto alla quantità di opere depredate nel tempo.
Una parte dell'esposizione è dedicata ai "falsi". Le prime descrizioni dei tanti trucchi con i quali i falsari riuscivano a gabbare l’ingenuità dei compratori risalgono all’antichità: lo scrittore Fedro, a proposito dei falsi d’arte, denunciò che "alcuni artisti suoi contemporanei (nella prima metà del I sec. d.C.) ottenevano guadagni più alti per le loro opere se sul marmo scolpivano il nome di Prassitele e sull’argento cesellato quello di Mirone".
Ultimamente si è calcolato che per circa due terzi, i reperti archeologici messi sul mercato dai trafficanti, sono falsi.

Riferimenti da: Soprintendenza Pompei - Comunicato Stampa  

Visita a Saragozza


Saragozza è una delle grandi città monumentali della Spagna e rispecchia il susseguirsi di civiltà diverse.      
Colonia romana (con il nome di Caesaraugusta) di cui restano diverse testimonianze, diventa un importante centro con gli Arabi, (che la chiamano Saraquṣta). Conquistata da Alfonso I d’Aragona divenne il centro della vita politica dello Stato aragonese-catalano. Oggi è il capoluogo dell’Aragona. 

Tra le principali attrattive:
La Cattedrale del Salvador racchiude una mescolanza di stili - dal gotico al mudejar, al barocco - che la rende una delle più importanti ed affascinanti strutture architettoniche da visitare. Al suo interno anche il Museo Capitolare e il Museo degli Arazzi.
La Basilica di Nuestra Señora del Pilar, uno dei luoghi di culto più importanti della Spagna. Nella sua struttura barocca custodisce importanti opere, tra le quali spicca l’affresco di Francisco Goya che decora la volta e la cupola.
Palazzo dell’Aljafería, una delle più grandi testimonianze lasciate dall’architettura musulmana. In essa si sono incastonate tutte le modifiche apportate nel corso dei secoli.
Museo di Saragozza è stato sede dell’Esposizione Universale Ispano-Francese del 1908.
La Lonja, nasce dall'idea di uno spazio in cui i mercanti potessero svolgere le loro attività. Ha come particolarità che la divisione esterna dei piani, non corrisponde all’organizzazione dello spazio interno, dato da un unico salone con navate separate da colonne e stupende volte stellate.
Il Museo Goya, allestito all'interno della casa di Jerónimo Cósida (un edificio rinascimentale del XVI secolo) custodisce più di 800 opere.

domenica 12 febbraio 2017

Flamenco a Siviglia

  

L'Andalusia è la terra per eccellenza del flamenco: Jerez de la Frontera , Cadice e Triana (un quartiere di Siviglia ) sono alcuni dei punti di riferimento in cui il genere è nato. In questa regione si trovano itinerari tematici che portano a percorrere le mete più tradizionali ed i siti dove sono cresciute le sue leggende. 

Il flamenco è un'arte che integra la danza, il canto e la musica per chitarra. E' il risultato di un mix culturale: elementi gitani, arabi, cristiani ed ebraici si mescolano con gli elementi tradizionali andalusi.  
Noto per la sua grande intensità emotiva, il flamenco si distingue per i suoi movimenti aggraziati. Oggi è apprezzato e praticato in tutto il mondo.
Nel 2010 l'UNESCO ha dichiarato il flamenco patrimonio culturale immateriale.

mercoledì 8 febbraio 2017

Leonardo e il Volo. Il Codice originale ed un’esperienza in 3D a Roma

 
Per la prima volta a Roma - ai Musei Capitolini fino al 17 aprile 2017 - il “Codice sul volo degli uccelli”, il manoscritto dove Leonardo scrisse e illustrò i suoi studi sul volo, elaborando una vera e propria scienza, attraverso la quale progettò le sue macchine volanti.
Il codice leonardesco è composto da 18 carte e due copertine. Oltre alle osservazioni sul volo degli uccelli, le sue pagine contengono spiegazioni su come coniare medaglie e preparare i colori. Le pagine scritte sono accompagnate da un insieme di accurati disegni: volatili (il nibbio è l’uccello più rappresentato), figure geometriche, disegni meccanici e architettonici.
Il Codice è esposto in un clima box appositamente realizzato che, mantenendo la corretta conservazione, consente tuttavia ai visitatori di ammirarlo nella sua completezza. Le apparecchiature multimediali touchscreen permettono di “sfogliarlo” e "navigarlo" virtualmente, in alta risoluzione e di “leggerlo” grazie alla trascrizione in italiano e in inglese. Arricchiscono l’esposizione alcune copie anastatiche del Codice (come la preziosa edizione francese di fine Ottocento) provenienti anch’esse dalla Biblioteca Reale di Torino.
L’Istituto TeCIP della Scuola Universitaria Superiore Sant'Anna di Pisa, partnership nell'organizzazione della mostra, ha messo a disposizione del pubblico contenuti multimediali appositamente realizzati per l’allestimento e immagini tridimensionali  (3D). Le immagini ad alto impatto emozionale accompagnano il visitatore, come in un viaggio, tra le geniali intuizioni del maestro toscano.
Accompagna l'esposizione anche una installazione dell'Agenzia Spaziale Italiana che ripercorre le maggiori tappe del volo umano e robotico nello spazio.

Curiosità sulle pagine del Codice: alla carta 10V sembra celarsi un autoritratto leonardesco. Fu il giornalista scientifico Piero Angela, in occasione di un’esposizione delle opere di Leonardo alla Reggia della Venaria Reale di Torino, ad evidenziarne la notevole somiglianza con il più famoso Autoritratto. 

Riferimenti da:
http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_483283038.html