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domenica 16 marzo 2014

Klimt a Milano. "Alle origini di un mito"


Fino al 13 luglio a Palazzo Reale un'esposizione realizzata in collaborazione con il Museo Belvedere di Vienna, curata da Alfred Weidinger (affermato studioso di Klimt e vice direttore del Belvedere) con la collaborazione per l’Italia dell'esperta klimtiana Eva di Stefano.
La mostra - che dedica particolare attenzione all’opera giovanile ed agli inizi come decoratore dei monumentali edifici di rappresentanza lungo il Ring - si propone di indagare i rapporti familiari e affettivi di Klimt, esplorando gli inizi della sua carriera alla Scuola di Arti Applicate di Vienna e la sua grande passione per il teatro e la musica, attraverso l’esposizione di opere provenienti anche da altri importanti musei.


I venti capolavori esposti illustrano compiutamente le diverse fasi della vita di Gustav Klimt e accompagnati da una ricca documentazione, ricostruiscono il contesto di formazione della personalità dell’artista fin dalle sue prime esperienze giovanili.
Un percorso espositivo che va da "Adamo ed Eva" alla "Famiglia", dal "Girasole" a "Fuochi Fatui", da "Acqua in movimento" a "Salomè", senza tralasciare i paesaggi evocativi come "Dopo la pioggia" o "Mucche nella stalla" e i grandi ritratti femminili.

RIFERIMENTI DA:
http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_45295420.html

domenica 2 marzo 2014

Appuntamento con ... l' "Oscar"


Grande attesa per l'86ª edizione della cerimonia degli Oscar, che si terrà questa notte al Dolby Theatre di Los Angeles. 

Ma la storia dell'Academy Award inizia il 16 maggio 1929, quando il presidente dell'Academy of Motion Picture Arts and Sciences (AMPAS) Douglas Fairbanks e il direttore William C. DeMille, assegnarono - in un party privato per 270 invitati, nella Blossom Room del Roosevelt Hotel di Hollywood - le prime statuette per la produzione della stagione 1927-28.


Il nome ufficiale della statuetta dorata è Academy Award of Merit. Fu disegnata da Cedric Gibbons, realizzata in bronzo dallo scultore George Stanley, rivestita in oro a 10 carati da Alex Smith e raffigura un uomo con in mano una spada da crociato in piedi sulla bobina di un film.
Vi sono varie versioni su come venne coniato il nomignolo "Oscar". Secondo la più accreditata, esso originò da un'esclamazione di Margaret Herrick (un'impiegata all'Academy of Motion Picture Arts and Sciences) la quale, vedendo la statuetta sopra un tavolo, esclamò: «Assomiglia proprio a mio zio Oscar!»
Le categorie di premiazione (riflettendo i mutamenti espressivi e tecnici del cinema) avrebbero subito numerosi aggiustamenti nel corso degli anni. Anche il procedimento per la designazione dei candidati e dei vincitori stabilito nella prima edizione sarebbe stato presto sostituito.


Resta comunque il giudizio professionale "tra pari", che costituisce proprio il principio ispiratore del premio. Venne enunciato per la prima volta alla cerimonia della seconda edizione, dall'allora presidente dell'Academy, W.C. DeMille.
Oggi la statuetta è placcata in oro 24 carati (ma durante gli anni della II guerra mondiale è stata di gesso dipinto), è alta 35 centimetri e ha un valore commerciale (circa 300$); i vincitori sono invitati a non venderla; tutt'al più, restituirla all'Academy.
Alcune statuette sono però finite sul mercato: nel 2001 Steven Spielberg ha acquistato l'Oscar di Bette Davis per 578 mila dollari e l'ha restituito all'Accademy e Michael Jackson nel 1999 ha pagato oltre un milione di dollari per l'Oscar di David O. Selznick vinto per "Via col vento".

sabato 1 marzo 2014

La scultura. Giacometti a Roma


Fino al 25 maggio, all’interno delle sale della Galleria Borghese, la mostra "Giacometti. La Scultura".
Curata da Anna Coliva (direttrice della Galleria Borghese) e da Christian Klemm (illustre studioso dell’opera e realizzatore delle monografie più importanti sull’artista), l'esposizione racconta (attraverso 40 opere) l'artista - visionario, onirico e surrealista - e la sua opera in dialogo con i capolavori presenti alla Galleria, per fornire un accurato panorama dei modi in cui è stato interpretato il concetto di "statua" nelle varie epoche storiche. 


Confrontare la tragicità della scultura moderna con la classicità del passato è dettata da una riflessione sulla poetica di Giacometti, fortemente emblematica di un secolo che ha visto grandi sconvolgimenti politici, storici e culturali.
Tra le opere esposte Femme qui marche II (1936, Collezione Peggy Guggenheim, Venezia), Buste de Diego (1954, Centre Pompidou, Parigi) e Femme de Venise V (1956, Collezione Privata) e un interessante nucleo di disegni.


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http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_2098115590.html