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martedì 30 dicembre 2014

Una notte al Museo. Ultimo dell'anno a Santa Giulia


In occasione della serata dell’ultimo dell’anno - negli affascinanti ambienti del Museo di Santa Giulia - la Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con il Comune di Brescia, organizza un capodanno davvero alternativo.
Una festa dedicata ai "Capodanni storici", con cibi e bevande ispirati alle abitudini culinarie dell'età antica, per una cena itinerante con letture e narrazioni.


Il percorso si snoda dalla penombra delle sale che custodiscono le testimonianze celtiche e romane, alla suggestione della cripta longobarda, fino agli ambienti dedicati all’epoca rinascimentale.

RIFERIMENTI DA:
http://www.bresciamusei.com/

domenica 16 novembre 2014

A Roma il summit dei premi Nobel per la Pace


Summit Mondiale dei Nobel per la Pace si svolgerà a Roma dal 12 al 14 dicembre. Lo comunicano gli organizzatori del summit.
Inizialmente previsto dal 13 al 15 ottobre a Città del Capo, l'appuntamento è stato annullato dagli stessi Premi Nobel dopo che loro lettera-appello al presidente sudafricano Jacob Zuma - affinché fosse concesso il visto anche al Dalai Lama - si è rilevata infruttuosa.
L'esclusione del leader spirituale dei buddisti, inviso al governo cinese, è stata interpretata come una conseguenza diretta degli stretti rapporti tra Pechino e il Sudafrica.
Come previsto, l'evento 2014 sarà dedicato interamente alla memoria e all'eredità di Nelson Mandela e si intitolerà: "Peace. Living It!".


Summit Mondiale dei Nobel per la Pace è un evento annuale a cui partecipano i vincitori dei Premi Nobel per la Pace, i leader di alto profilo e le organizzazioni di tutto il mondo. 
Il vertice - creato da Vadim Zagladin e dalla Fondazione Gorbaciov nel 1999 - è organizzato dal Segretariato Permanente della Summit Mondiale dei Nobel per la Pace che, nato nel 2006, è una organizzazione non-profit con sede a Roma e Mosca. 


Riferimenti da:

sabato 18 ottobre 2014

"Mawangdui: Arte e vita nella Cina del II secolo a.C." in mostra a Roma


Fino al 16 febbraio 2015 nelle sale del Refettorio Quattrocentesco di Palazzo Venezia a Roma la mostra "Le leggendarie tombe di Mawangdui. Arte e vita nella Cina del II secolo a.C.". 
L'esposizione racconta l’epoca della dinastia Han (206 a.C. – 220 d.C.) attraverso i tesori provenienti dalle tombe rinvenute a Mawangdui e custoditi dal Museo provinciale dello Hunan, una delle istituzioni più importanti del sistema museale cinese.
In mostra saranno esposti 76 pezzi di inestimabile valore, tra cui lacche, manufatti tessili, manoscritti e dipinti su seta. L’esposizione consente di far riemergere un’antica civiltà attraverso una grande scoperta archeologica, riflettendo l’essenza stessa di un popolo che già all’epoca veniva riconosciuto come “il Paese della seta e delle porcellane”.


Il rinvenimento delle tombe di epoca Han a Mawangdui, nella città di Changsha (capoluogo dell’attuale provincia dello Hunan, nella Cina meridionale), rappresenta una delle grandi scoperte avvenute nel XX secolo in Cina.
Tra il 1972 e il 1974 gli archeologi cinesi portarono alla luce un insieme di sepolture appartenenti alla famiglia di Li Cang, Marchese di Dai e primo ministro dello Stato di Changsha.
Una scoperta che ebbe inizio in maniera del tutto fortuita, in seguito ad una serie di scavi realizzati per un rifugio sotterraneo e grazie al manifestarsi di cosiddetti “fuochi fatui”.


Le opere esposte ricompongono l’universo privato di una famiglia aristocratica dell’epoca; tra questi, spiccano le sete raffinatissime ed eleganti (come il tessuto di mussola variopinto stampato con motivo decorativo fitomorfo), dimostrazione unica dei risultati raggiunti nella manifattura tessile e ricordati perfino da Plinio il Vecchio, che li descrive come “tessuti di provenienza celeste”. Ma oltre a ricostruire uno spaccato di vita quotidiana, attraverso contenitori, specchi in bronzo, pettini in legno, pinzette in osso e altri materiali, i reperti in mostra rimandano l’eco di una realtà storica e filosofico-religiosa straordinaria.


RIFERIMENTI DA: 

giovedì 25 settembre 2014

Henri Cartier-Bresson all'Ara Pacis di Roma


Dal 26 settembre al 25 gennaio in mostra, all'Ara Pacis di Roma, la retrospettiva "Henri Cartier-Bresson" curata da Clément Chéroux, storico della fotografia e curatore presso il Centre Pompidou, Musée national d’art moderne.
Con oltre 500 opere esposte, tra fotografie, disegni, dipinti, film e documenti - delle quali 350 sono stampe d'epoca, 100 documenti tra quotidiani, ritagli di giornali, riviste, libri manoscritti, film, dipinti e disegni - l'esposizione è realizzata dal Centre Pompidou di Parigi in collaborazione con la Fondazione Henri Cartier-Bresson e promossa da Roma Capitale Assessorato alla Cultura.
La straordinaria intuizione visiva, la capacità di cogliere al volo i momenti più fugaci ma anche più significativi, fanno di Henri Cartier-Bresson (1908 – 2004) uno dei più grandi fotografi del XX secolo. 


Lungo tutta la sua carriera, percorrendo il mondo e posando lo sguardo sui grandi momenti della Storia, Cartier-Bresson è riuscito sempre a unire la poesia alla potenza della testimonianza. 
Dal Surrealismo alla Guerra Fredda, dalla Guerra Civile Spagnola alla seconda Guerra Mondiale e alla decolonizzazione, Cartier-Bresson è stato uno dei grandi testimoni della nostra storia; tanto da meritarsi l'appellativo di "occhio del secolo”. 

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mercoledì 10 settembre 2014

"Memling. Rinascimento fiammingo" alle Scuderie del Quirinale


Roma dal 11 ottobre al 18 gennaio un’esposizione - curata da Till-Holger Borchert - che per la prima volta porta in Italia le opere di Hans Memling, l'artista che seppe operare una sintesi armoniosa e originale delle conquiste dei grandi fondatori dell’arte fiamminga. 
Caratterizzate da un'eleganza raffinata ed a tratti malinconica, le sue opere riassumono al meglio la breve ma intensa stagione artistica promossa dai mercanti di Bruges.

Ne è un significativo esempio il monumentale trittico del Giudizio Universale, raffigurante la grandiosa figura di San Michele intento a pesare le anime alla presenza della corte celeste (al centro),  i beati accolti da San Pietro che si apprestano a varcare le porte del Paradiso (a sinistra) e i dannati che precipitano nel fuoco dell’inferno (a destra).
Conservato al Museo di Danzica, era in origine destinato alla cappella dedicata a San Michele nella Badia Fiesolana a Firenze, ma in Italia non arrivò mai. 
Commissionato dal banchiere fiorentino Angelo Tani e da sua moglie Caterina di Francesco Tanagli - entrambi raffigurati inginocchiati del retro degli sportelli del trittico - venne caricata sulla galea San Tommaso assalita dai pirati che trasportarono il carico nella città di Danzica. Il trittico del Giudizio Universale venne ammirato a tal punto dagli abitanti della città che questi decisero di collocarlo nel Duomo della città. Inutile fu la causa intentata per riaverlo.


In mostra saranno anche presenti opere come il dittico del Cristo benedicente (Genova, Palazzo Bianco) e la Mater Dolorosa (collezione privata) - qui ricomposto per la prima volta - che contiene immagini devozionali copiate con più fervore nel tardo XV e nel XVI secolo, come attesta la versione dipinta dal Ghirlandaio, anche essa presente nel percorso espositivo.
Non mancheranno i famosi ritratti, genere in cui Memling seppe perfezionare lo schema campito su uno sfondo di paesaggio, che ebbe vasta diffusione e forte influsso anche sulle opere di numerosi artisti italiani del primo Cinquecento.

Riferimenti da:

martedì 19 agosto 2014

Paolo Veronese: "L'illusione della realtà" in mostra a Verona


L’arte di Paolo Caliari detto il Veronese (1528-1588) torna nella sua città natale con una mostra (fino al 5 ottobre) dedicata alla sua figura e alla sua opera ed allestita nel monumentale Palazzo della Gran Guardia.  
La mostra monografica - la prima di tale ampiezza in Italia dopo quella memorabile curata da Rodolfo Pallucchini a Venezia nel 1939 - presenta il Veronese attraverso sei sezioni espositive: la formazione a Verona, i fondamentali rapporti dell’artista con l’architettura e gli architetti (da Michele Sanmicheli a Jacopo Sansovino a Andrea Palladio), la committenza, i temi allegorici e mitologici, la religiosità, e infine le collaborazioni e la bottega, importanti fin dall’inizio del suo lavoro.


L'esposizione comprende circa 100 opere, fra dipinti e disegni, provenienti dai più prestigiosi musei italiani ed internazionali, tra cui la Gemäldegalerie di Dresda, la National Gallery of Scotland di Edinburgo, il Museo degli Uffizi di Firenze, Palazzo Rosso di Genova, il British Museum e la National Gallery di Londra, il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, il Museo Nacional del Prado di Madrid, la Pinacoteca Estense di Modena, la Pinacoteca di Brera di Milano, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Musée du Louvre di Parigi, i Musei Vaticani di Roma, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, la National Gallery of Art di Washington.


La mostra è inoltre integrata da diversi itinerari pensati per l’occasione (Paolo Veronese, Un itinerario nel Veneto) per guidare alla scoperta di opere (conservate in chiese e musei) realizzate dall’artista a Verona, Vicenza, Padova, Maser, Castelfranco Veneto e Venezia.
L'esposizione è curata da Paola Marini (direttrice del Museo di Castelvecchio) e Bernard Aikema (Università degli studi di Verona) in collaborazione con l’Università degli Studi di Verona e la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Verona, Rovigo e Vicenza ed in associazione con la National Gallery di Londra.


RIFERIMENTI DA :

venerdì 8 agosto 2014

Van Gogh al Palazzo Reale di Milano


"Van Gogh - L'uomo e la terra".  Dopo 62 anni, Milano torna ad ospitare - dal 18 ottobre 2014 all'8 marzo 2015 al Palazzo Reale - le opere di uno degli artisti più famosi al mondo.

Il lavoro di Kathleen Adler (curatrice della mostra, esperta del periodo impressionista, nonché autrice di significative monografie) e del comitato composto da alcuni tra i più noti e riconosciuti esperti di Van Gogh e della pittura del periodo,  ha permesso di costruire un percorso che accompagnerà il visitatore attraverso oltre 50 opere, alla scoperta di tele già note e di altre mai viste prima, per comprendere ed esplorare il complesso rapporto tra uomo e natura, tra fatica e bellezza, attraverso il drammatico percorso dell’esistenza di Van Gogh.


In un’epoca in cui la maggior parte degli artisti rivolgeva lo sguardo al paesaggio urbano, frutto dell’industrializzazione europea della fine del XIX secolo, Van Gogh sposta la sua attenzione verso il paesaggio rurale e il mondo contadino.

La vita e le mansioni della tradizione agreste diventano per lui materia di studio, considerando questa come soggetto dalla nobile e sacra accezione e i lavoratori della terra figure eroiche e gloriose: dai primi disegni realizzati in Olanda fino agli ultimi capolavori dipinti nei pressi di Arles, Van Gogh esprime la propria affinità verso gli umili, immedesimandosi con loro e rappresentando il loro dignitoso contegno.


Il corpus centrale della mostra è costituito da opere provenienti dal Kröller-Müller Museum di Otterlo, a cui si aggiungono lavori provenienti dal Van Gogh Museum di Amsterdam, dal Museo Soumaya-Fundación Carlos Slim di Città del Messico, dal Centraal Museum di Utrecht e da collezioni private normalmente inaccessibili.
Tra i capolavori concessi dal Kröller-Müller Museum alla mostra milanese troviamo L’autoritratto del 1887, il Ritratto di Joseph Roulin e Paesaggio con covoni di grano e luna crescente del 1889, Vista di Saintes Marie de la Mer del 1888 e i molti disegni.

L’esposizione godrà di una mise en scène d’eccezione: l’archistar giapponese Kengo Kuma, curerà il progetto di allestimento della mostra.


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domenica 6 luglio 2014

LUCE: l'immaginario italiano in mostra a Roma


A novant'anni dalla fondazione dell'Istituto Luce, il Complesso del Vittoriano ospita dal 4 luglio al 21 settembre la mostra "LUCE-L'immaginario italiano", un viaggio nella memoria visiva dell'Italia lungo il '900, tra filmati, fotografie, documenti, memorie, propagande.
Nato nel 1924 come L.U.C.E. (L'Unione Cinematografica Educativa) con l'intuizione e l'intento di raccontare l'attualità del Paese, della sua società e del mondo attraverso l'ancora nuovo linguaggio delle immagini in movimento, fu ribattezzato con Regio decreto l’anno seguente, Istituto Nazionale Luce.
Dopo 90 anni e una vicenda che ha accompagnato in parallelo e continuità tutta la recente Storia d’Italia, quell'intuizione è diventata oggi la più antica istituzione di cinema pubblico al mondo e - con un archivio di decine di migliaia di filmati e tre milioni di fotografie - un patrimonio di immagini impareggiabile per quantità e ricchezza di temi. Tanto da meritare nel 2013 l’ingresso (con "Cinegiornali e fotografie dell’Istituto Nazionale L.U.C.E.") nel Registro Memory of the World dell’UNESCO.


Dal suo esordio il Luce ha divulgato l'immagine degli italiani a loro stessi; grazie ai "cinegiornali" milioni di cittadini (dagli anni '20 in poi) hanno potuto vedere e scoprire per la prima volta città, geografie lontane, popolazioni sconosciute, forme sociali e culturali differenti. La nascita di un'opinione pubblica in Italia passa di qui, insieme all'inevitabile formazione dei "luoghi comuni".
È su questo terreno condiviso ed elementare che il fascismo poté promulgare le sue propagande e il suo controllo. 
Ma anche che il Paese - dopo la fine della guerra - riuscì a testimoniare gli sforzi e la spinta civile della ricostruzione e gli sviluppi di una nuova società democratica e di massa avviata alla modernità.
Ma la mostra racconta anche il rovescio di questa immagine (a volte un po troppo retorica). Di come l’Italia si sia svelata attraverso e nonostante le immagini delle sue rappresentazioni ufficiali.


Nel racconto di questo autoritratto della nazione, "LUCE-L'immaginario italiano" è concepita come un flusso continuo di immagini. 
Il percorso parte dal concetto e dalla forma di "strip": grandi pannelli organizzati secondo un ordine tematico-cronologico, su cui sono proiettate speciali videoinstallazioni (montaggi realizzati ad hoc) di centinaia di filmati dell’Archivio storico Luce.
Accanto ai filmati, più di 500 splendide fotografie dell’Archivio fermano dettagli e momenti significativi, mentre pannelli di testo approfondiscono l’analisi storica e linguistica dei video. 


Una serie di parole-chiave lega l'itinerario. Si va così dagli anni '20 di città/campagna, ai '30 di autarchia, uomo nuovo, architettura, censura e propaganda. 
Si arriva a Guerra e rinascita, Cassino (icona della brutalità distruttiva delle guerre), vincitori e vinti (con sequenze poco conosciute e straordinarie, anche a colori, dell’ingresso degli alleati non solo a Roma, ma anche nelle profondità del Paese), modernità/arretratezza (un parallelo significativo di immagini dell’Italia anni ‘60), giovani, economia, corpi politici, neotelevisione, e tante altre.


Alcune speciali "camere" mostrano aspetti specifici e suggestivi: la "camera delle meraviglie" è un omaggio ai viaggi per il mondo compiuti dagli operatori Luce; la "camera del Duce" disegna un'antologia delle retoriche e dei silenzi di Mussolini ed è contrapposta alla "stanza del Paese reale", un commovente viaggio nei volti degli italiani negli anni ’30. 
L’ultimo spazio dell’esposizione è infine interamente dedicato al Cinema: con centinaia di foto di registi, attori, set ed una preziosa selezione di trailer e backstage di film.

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sabato 14 giugno 2014

A Rimini il XVI Festival del Mondo Antico


"Un ponte oltre gli imperi. 14-2014 duemila anni di storia" è il titolo della XVI edizione di Antico/Presente, che si svolgerà a Rimini dal 20 al 22 giugno.
Al centro di questa edizione, un simbolo per la città: il ponte sul fiume Marecchia, costruito per volontà di Augusto nel 14 d.C. (anno della sua morte) e terminato dal successore Tiberio. 
Completano lo scenario - di un territorio ricco di testimonianze - l'Arco della città (sempre di età augustea) e il complesso archeologico della ''domus del chirurgo''.
La manifestazione, partendo dall'indagine sul rapporto fra cultura e potere nell'Impero - con uno sguardo alla contemporaneità degli imperi del XXI secolo - spazierà dall'archeologia alla storia, dall'arte alla letteratura, passando per l'enogastronomia e privilegiando la forma del dialogo e del confronto.
L'archeologa Maria Grazia Maioli darà voce ad alcune delle opere del Museo della Città e tornerà il "Piccolo mondo antico Festival" dedicato a bambini e ragazzi.


Ad inaugurare questa XVI edizione - venerdì 20 giugno - sarà Tomaso Montanari dell'Università "Federico II" di Napoli, con una lectio magistralis sul rapporto fra potere e patrimonio artistico.
Il Festival offrirà inoltre l’occasione per portare a Rimini l’esposizione documentaria “Nel nome di Cesare Ottaviano Augusto. Quattro città unite da quattro archi. Susa Aosta Rimini Fano”, un progetto della Città di Susa che ha consegnato, oltre alla mostra, una pregevole pubblicazione.

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lunedì 2 giugno 2014

In mostra a Firenze, "Jackson Pollock. La figura della furia"


A Palazzo Vecchio fino al 27 luglio, la mostra dedicata a Jackson Pollock (1912 -1956) uno dei grandi protagonisti dell’arte mondiale del XX secolo, colui che ha scardinato le regole dell’arte figurativa occidentale dissolvendo gli ultimi baluardi della prospettiva rinascimentale. 
L'esposizione accosta e confronta l'opera dell'artista americano con quella di un grande dell'arte universale: Michelangelo Buonarroti (1475-1564) ) di cui proprio quest’anno si celebra il 450° anniversario della morte. 
E' questa la sfida che Sergio Risaliti e Francesca Campana Comparini – ideatori e curatori della mostra – hanno lanciato per mettere sotto osservazione due civiltà e due linguaggi: uno fondato sul disegno che cerca con tutte le forze di rispettare l’ordine della natura e del divino; l’altro basato sulla fenomenologia dell’inconscio e sulla mistica geometria, perfetta rappresentazione di un universo in espansione.
Ciò che accomuna Michelangelo e Pollock è il furore che entrambi trasmettono quando lavorano alle loro opere, una sorta di trance agonistica che li rende estranei al mondo esterno. 
Già nel '500 si parlò di "furia della figura" per descrivere le linee serpentinate di alcune figure del Buonarroti (caratterizzate spesso anche dal non-finito, per esaltare espressivamente il conflitto tra bellezza compiuta e ingombro dell'informe). In Pollock il concetto guida adottato nella mostra è invece quello della “figura della furia”, un’idea che ben definisce la pittura vitale, violenta e potente del pittore americano che con i suoi drip-painting stupì molti suoi contemporanei, così come era accaduto con il terribile Giudizio di Michelangelo nel XVI secolo.


Il progetto della mostra si articola in due sezioni: la prima, allestita a Palazzo Vecchio - dove è pure conservato il celeberrimo Genio della Vittoria di Michelangelo - raccoglie nella Sala dei Gigli e nella Sala della Cancelleria una serie di opere provenienti da musei e collezioni private di Tel Aviv, Amsterdam, Roma, New York, oltre a sei disegni giovanili di Pollock eccezionalmente prestati dal Metropolitan Museum di New York. 
La seconda sezione - che si trova nel complesso di San Firenze - è caratterizzata da uno spazio interattivo e da apparati multimediali e didattici che guidano il visitatore ad un nuovo modo di vivere l’arte e comprendere le opere di grandi artisti come Pollock.
La mostra è promossa dal Comune di Firenze con il patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e la collaborazione dell’Opificio delle pietre dure di Firenze.

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venerdì 30 maggio 2014

"La Prima Guerra Mondiale": per i 100 anni, la mostra al Vittoriano


Partono dal complesso del Vittoriano, con l'inaugurazione della mostra "La Prima Guerra Mondiale 1914-1918 Materiali e fonti" (a Roma dal 31 maggio al 30 luglio), le celebrazioni per i 100 anni della Grande Guerra.  
Foto, filmati, contributi audio (la voce di Cadorna e Diaz), documenti d’epoca - in parte inediti - e un'app per "Teatri di guerra. Fotografie di Luca Campigotto", rievocano la vita nelle trincee, i campi di prigionia, le dichiarazioni ufficiali, gli ordini di esecuzioni e le sentenze dei tribunali militari. 


La mostra ricorda i 74 milioni di soldati che parteciparono al conflitto, i 470 mila che furono processati per renitenza alla leva ed  i 9 milioni di caduti.
Ma l'esposizione dedica anche significativi approfondimenti a quanto capillare e trasversale fu all'epoca la partecipazione ed al ruolo rilevante degli intellettuali (non solo italiani): da Gabriele D’Annunzio a Marinetti, da Thomas Mann a Rilke.
Un lungo percorso espositivo, curato dall'Istituto per la Storia del Risorgimento insieme con l'Istituto per il Catalogo Unico, la Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea, la Biblioteca Nazionale di Firenze, l'Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi e Cinecittà Luce.


La commemorazione della Grande Guerra coinvolgerà per tre anni tutte le regioni d'Italia. Dal 2015 entrerà nelle scuole con un progetto educativo nazionale e fin da subito avvierà il restauro di 100 monumenti (al vaglio delle sovrintendenze) legati al primo conflitto mondiale.


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http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/arte/2014/05/30/al-via-celebrazioni-della-grande-guerra_5a383ee0-544a-4988-8f4d-1c1364182364.html

martedì 20 maggio 2014

Altri luoghi ... Granada

Alhambra
 

È la fortezza-palazzo che, fra il XIII e il XIV secolo, gli ultimi principi musulmani della Spagna - i Naṣridi o Banū 'l-Aḥmar (1232-1491) - costruirono sul colle che domina da levante la città di Granada, dove già prima esistevano la cittadella (l'Alcázaba, in arabo al-Qaṣbah) e il muro di cinta.
Il nome deriva dalla parola araba al-Ḥamrā'  "la rossa" - che si trova applicata a palazzi e reggie anche in altre parti del mondo musulmano - e si riferisce al colore in origine rossastro delle mura della cittadella, fatte in gran parte con terra battuta.
L'opera fu iniziata da Muḥammad ibn Yūsuf al-Aḥmar e continuata dai suoi successori.


Quasi ognuno di questi ha aggiunto al palazzo qualche elemento nuovo, sia costruendo nuove sale o nuovi edifici, sia profondendo nelle parti già costruite quelle mirabili decorazioni (sia delle pareti che dei soffitti), che forma ancora oggi la bellezza maggiore dell'Alhambra. Una delle decorazioni, che quasi potrebbe dirsi particolare dell'Alhambra, è l'iscrizione "Lā ghālib illā Allāh" (non v'è altro vincitore che Dio".
Distinguere l'opera di ciascun sovrano non è facile, sia perché l'unico elemento che possa aiutare nella determinazione sono le iscrizioni sparse sulle mura interne ed esterne della cittadella e del palazzo (ma tali iscrizioni possono riferirsi alla decorazione in se, ma anche alla costruzione delle singole parti) sia perché non piccola parte di quella che era l'Alhambra quando l'ultimo dei principi Naṣridi dovette abbandonarla, è andata distrutta (diverse le cause: dalle pompose costruzioni di Carlo V, a un'esplosione di polvere nel 1591, all'occupazione francese del 1812 e non ultima, l'abbandono e l'incuria di molti secoli).


A fianco dell'Alhambra si trova il Generalife, un complesso architettonico costituito da una villa con giardini e pensato come luogo di riposo. Dal 1984 è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. 
Le origini del Generalife risalgono al XII secolo, poi rimaneggiato da Abu I-Walid Isma'il; in origine non aveva accesso diretto al complesso dell’Alhambra, seppure inserito nel perimetro della città musulmana. L’ingresso principale si trovava in corrispondenza dell’attuale Cuesta de Los Chinos, attraversato il fiume Darro. 
L’aspetto attuale rispetta ancora gli elementi originari, ma nel 1931 sono stati realizzati nuovi ingressi e nuovi sentieri, frutto del sapiente lavoro dell’architetto Prieto Moreno. L’uso di ciottoli, fontane, prati fioriti, assieme alle vedute panoramiche, fa riferimento alla tradizione araba di Granada, con molti luoghi intimi e accoglienti adatti alla contemplazione.


RIFERIMENTI DA:
http://www.treccani.it/enciclopedia/alhambra_(Enciclopedia_Italiana)/

giovedì 1 maggio 2014

Salvare l'Amazzonia: Giornata Oasi WWF il 18 maggio

 

Missione speciale quest’anno per la Giornata delle Oasi WWF prevista per domenica 18 maggio: salvare l’Oasi del Mondo, la grande foresta Amazzonica che negli ultimi 50 anni ha perso quasi un quinto della sua superficie, compresi animali e risorse naturali preziose per le popolazioni locali e di tutto il pianeta. 
Per due settimane (1-18 maggio) sarà possibile salvare dalla deforestazione un’area chiamata Triangolo Verde con sms o chiamata da fisso al 45505 a supporto della campagna "Vuoi che l’Amazzonia sparisca? Aiutaci a salvare l’oasi del Mondo".
Il grande progetto per il Triangolo Verde dell’Amazzonia prevede un’ampia zona di tutela con una gestione sostenibile delle attività economiche per le popolazioni locali lungo il fiume Putumayo al confine di 3 stati, Ecuador, Colombia e Perù: il paradiso di delfini rosa, pappagalli, giaguari.


Grazie a questo progetto il WWF potrà impedire il taglio illegale della foresta e sostenere le attività delle numerose popolazioni indigene presenti nell’area. 
Salvare l’Amazzonia dalla deforestazione è una garanzia per tutto il pianeta: quest’immensa foresta (estesa per 6,7 milioni di km2) è, infatti, uno dei più importanti tasselli del complesso sistema climatico globale, capace di immagazzinare 5 volte le attuali emissioni globali di anidride carbonica (responsabile del cambiamento climatico), come pochi altri sistemi della nostra terra.


Senza uno stop alla deforestazione entro 25 anni per l’Amazzonia sarà il "punto di non ritorno", con ripercussioni negative anche in altri angoli del pianeta con riduzione delle produzioni agricole e siccità anche in aree più lontane. 


RIFERIMENTI DA:
http://www.wwf.it/oasi/?7640/Giornata-oasi-18-maggio-salvare-lAmazzonia-dalla-deforestazione

domenica 27 aprile 2014

"Festa delle Rose" : XII Edizione a Venaria Reale


Il 17 e 18 maggio la XII Edizione della "Festa delle Rose" - la più importante manifestazione della Città di Venaria Reale - l'evento fieristico dedicato alle rose e alle arti floreali.
Nella spettacolare cornice del centro Storico, una vasta gamma di espositori florovivaistici di qualità esporranno rose, alberi e arbusti per giardino, piante annuali, pregiate varietà di orchidee e molte altre categorie: piante aromatiche officinali, piante cactacee e succulente, agrumi, piante da frutta. 
Sarà presente un'area enogastronomica (ricca dei prodotti tipici del territorio) ed anche quelle dedicate all'artigianato artistico locale e all'oggettistica a tema. 


Nell'ambito della “Festa delle Rose” (sempre nel centro storico della Città di Venaria Reale) si terrà la II edizione dell’Estemporanea di pittura "Sotto il cielo di Venaria" con tema: "SCORCI & ROSE".
Due giorni di immersione in un mondo di profumi e colori, con un intenso programma di attività culturali. 
La Festa delle Rose, è organizzata dall’Amministrazione Comunale di Venaria e dalla Fondazione Via Maestra con la collaborazione della Reggia di Venaria Reale e del Parco la Mandria.

RIFERIMENTI DA:
http://www.festadellerose.it/#!programma-eventi

sabato 26 aprile 2014

"Altri luoghi ..." - Barcellona

Una storia che parte dal III secolo a.c. (la leggenda riporta che fu fondata dal cartaginese Hamil Barca, padre di Annibale); uno dei più importanti centri della cultura Catalana; il genio assoluto di Gaudì. 
Barcellona è una di quelle città che, per quante volte si possa visitare, riesce sempre a stupire.


"Semana Santa" (Settimana Santa): 
è il periodo che va dalla domenica delle Palme al sabato Santo. E' caratterizzato da numerose "processioni", dove le diverse "confraternite" trasportano enormi statue della Madonna e del Cristo (solitamente precedute da figuranti), percorrendo le vie del centro (ciutat vella) fino a raggiungere la Cattedrale (Catedral) nella zona del Barrio Gòtico. Al di là dell'aspetto religioso, queste processioni sono eventi davvero suggestivi, anche per la presenza di bande musicali che ne sottolineano la drammaticità).

"Sagrada Famìlia"
I lavori iniziarono nel 1882 ed il progetto fu affidato all'architetto Francisco de Paula del Villar y Lozano, che inizio l'opera in stile neogotico. Ma nel 1883, quando Antoni Gaudí subentrò come progettista, la ridisegnò completamente.
Gaudí lavorò al progetto per oltre 40 anni, dedicando completamente a questa impresa gli ultimi 15 anni della propria vita. Resosi probabilmente conto che la costruzione della chiesa avrebbe comportato decenni dopo la sua morte, piuttosto che esaurire le risorse impostando tutto il gigantesco perimetro, l’architetto catalano preferì completare alcune sezioni dell’edificio in altezza (specie nell’abside), come per lasciare ai suoi successori una testimonianza precisa dell’idea originale.
Finanziata grazie alle offerte dei fedeli, la costruzione avanza a ritmi lentissimi, a causa dei costi elevati (oltre che della difficoltà del progetto). Si stima che i lavori possano terminare entro il 2030.

sabato 12 aprile 2014

Kandisky a Vercelli. "L'artista come sciamano"


Fino al 6 luglio, all’Arca di San Marco di Vercelli, la mostra - curata da Eugenia Petrova - che illustra il complesso percorso interiore che lo porterà a scegliere il linguaggio astratto. 
Questa scelta è illustrata dallo stesso Kandisky nel testo pubblicato nel 1911 "Lo Spirituale nell'Arte", in cui sostiene che ''tramite il colore, la forma, la loro combinazione e il ritmo della composizione è possibile esprimere gli stati d'animo e le emozioni provocati sia dal mondo esterno che dai moti profondi dello spirito umano''. 
Le opere esposte (provenienti dalle prestigiose collezioni dell'Ermitage di San Pietroburgo) appartengono prevalentemente agli anni che Kandinsky trascorse fra Monaco e la Russia (tra il 1901 e il 1922) in cui abbandonò per sempre la Russia sovietica per accettare l’incarico offertogli da Walter Gropius di dividere con Paul Klee l’insegnamento al Bauhaus.


Fondamentale per la sua formazione - sostiene la curatrice - è il periodo trascorso in Vologda (in Siberia) dove da etnologo approfondisce la vita, gli usi e l'economia dei "sirieni" (una piccola etnia) cui dedica alcuni articoli scientifici. In questi luoghi Kandinsky incontra anche le antiche ritualità sciamaniche, dalla cui profonda spiritualità viene fortemente colpito.
Un'esperienza che comunque si inserisce perfettamente nella corrente culturale predominante in Russia nel corso dell''800, volta a ricercare le proprie radici nella cultura primitiva e folclorica del mondo contadino.
La profonda convinzione di Kandinsky che sia nella vita che nell'arte l'anima e lo spirituale debbano dominare sulla vita materiale forma dunque la sua percezione del mondo, come testimoniano appunto i capolavori allestiti all'Arca.

RIFERIMENTI DA: 
http://www.arte.it/calendario-arte/vercelli/mostra-wassily-kandinsky-l-artista-come-sciamano-7116

sabato 5 aprile 2014

A Verona, Vinitaly 2014


Al via la 48° edizione del Vinitaly, a Verona dal 6 al 9 aprile.
Il più importante salone mondiale dedicato al vino e ai distillati con oltre 4.100 espositori presenti su una superficie di 100mila metri quadrati, si conferma il punto di riferimento più dinamico e qualificato per la promozione commerciale e culturale di questi prodotti sui mercati globali. 
Novità assolute di quest’anno, nel segno di una crescente internazionalizzazione e una particolare attenzione al panorama delle produzioni biologiche, sono Vininternational, International Buyers' Lounge e Vinitalybio. Quest'ultimo - salone specializzato riservato ai vini biologici certificati - ha l'intento di valorizzare le produzioni enologiche che seguono le norme del regolamento UE e di rispondere a una precisa domanda del mercato, in particolare dai Paesi del Nord Europa, dell'America del Nord e dell'Estremo Oriente. 
Anche in questa edizione troviamo le degustazioni guidate
Nel padiglione Vininternational, una degustazione della "Vinitaly International Academy" con Ian D'Agata, una della rivista Winestate sui vini australiani e una dal prestigioso gruppo Iwsc; insieme alle altre degustazioni aziendali, porteranno il focus su molti vini francesi, oltre che australiani, sudafricani, di Nuova Zelanda, Azerbaijan, Ucraina, Spagna, Cile, Argentina. 
Confermato "Tasting Ex…Press", il giro del mondo attraverso la degustazione dei migliori vini scelti da Gambero Rosso, Ais, Civiltà del bere, Euposia, Decanter, Der Winzer e Vince Magazine. Confermata la degustazione dei "Tre Bicchieri" del Gambero Rosso, mentre novità assoluta è "Young&Young", evento che vede i giornalisti Paolo Massobrio e Marco Gatti, guidare tre sessioni di degustazione con quattro giovani produttori e una platea di wine blogger che twittano in tempo reale le proprie impressioni. 


In contemporanea, come ogni anno, si svolgono Sol&Agrifood ed Enolitech, i due saloni che completano l’offerta di Vinitaly con l’eccellenza del food e delle tecnologie per la viticoltura, l’enologia e l’olivicoltura made in Italy. 
Dedicati ai buyer stranieri gli incontri b2b con le aziende più export oriented e gli appuntamenti di "Find the fake" per imparare a riconoscere gli oli extravergine di qualità. Nell’Agorà e negli stand appuntamenti alla scoperta delle proposte alimentari più curiose. Nell’Isola sensoriale la degustazione di caffè più grande del mondo.
In tutto tre manifestazioni per una vetrina internazionale unica che fa dell’agroalimentare di qualità il proprio punto di forza: un comparto che vede l’export italiano protagonista con 33 miliardi di euro nel 2013, di cui 5 totalizzati dalla filiera vinicola e 1,3 da quella olearia.

RIFERIMENTI DA:
http://www.vinitaly.com/
http://www.solagrifood.com/ 

domenica 16 marzo 2014

Klimt a Milano. "Alle origini di un mito"


Fino al 13 luglio a Palazzo Reale un'esposizione realizzata in collaborazione con il Museo Belvedere di Vienna, curata da Alfred Weidinger (affermato studioso di Klimt e vice direttore del Belvedere) con la collaborazione per l’Italia dell'esperta klimtiana Eva di Stefano.
La mostra - che dedica particolare attenzione all’opera giovanile ed agli inizi come decoratore dei monumentali edifici di rappresentanza lungo il Ring - si propone di indagare i rapporti familiari e affettivi di Klimt, esplorando gli inizi della sua carriera alla Scuola di Arti Applicate di Vienna e la sua grande passione per il teatro e la musica, attraverso l’esposizione di opere provenienti anche da altri importanti musei.


I venti capolavori esposti illustrano compiutamente le diverse fasi della vita di Gustav Klimt e accompagnati da una ricca documentazione, ricostruiscono il contesto di formazione della personalità dell’artista fin dalle sue prime esperienze giovanili.
Un percorso espositivo che va da "Adamo ed Eva" alla "Famiglia", dal "Girasole" a "Fuochi Fatui", da "Acqua in movimento" a "Salomè", senza tralasciare i paesaggi evocativi come "Dopo la pioggia" o "Mucche nella stalla" e i grandi ritratti femminili.

RIFERIMENTI DA:
http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_45295420.html

domenica 2 marzo 2014

Appuntamento con ... l' "Oscar"


Grande attesa per l'86ª edizione della cerimonia degli Oscar, che si terrà questa notte al Dolby Theatre di Los Angeles. 

Ma la storia dell'Academy Award inizia il 16 maggio 1929, quando il presidente dell'Academy of Motion Picture Arts and Sciences (AMPAS) Douglas Fairbanks e il direttore William C. DeMille, assegnarono - in un party privato per 270 invitati, nella Blossom Room del Roosevelt Hotel di Hollywood - le prime statuette per la produzione della stagione 1927-28.


Il nome ufficiale della statuetta dorata è Academy Award of Merit. Fu disegnata da Cedric Gibbons, realizzata in bronzo dallo scultore George Stanley, rivestita in oro a 10 carati da Alex Smith e raffigura un uomo con in mano una spada da crociato in piedi sulla bobina di un film.
Vi sono varie versioni su come venne coniato il nomignolo "Oscar". Secondo la più accreditata, esso originò da un'esclamazione di Margaret Herrick (un'impiegata all'Academy of Motion Picture Arts and Sciences) la quale, vedendo la statuetta sopra un tavolo, esclamò: «Assomiglia proprio a mio zio Oscar!»
Le categorie di premiazione (riflettendo i mutamenti espressivi e tecnici del cinema) avrebbero subito numerosi aggiustamenti nel corso degli anni. Anche il procedimento per la designazione dei candidati e dei vincitori stabilito nella prima edizione sarebbe stato presto sostituito.


Resta comunque il giudizio professionale "tra pari", che costituisce proprio il principio ispiratore del premio. Venne enunciato per la prima volta alla cerimonia della seconda edizione, dall'allora presidente dell'Academy, W.C. DeMille.
Oggi la statuetta è placcata in oro 24 carati (ma durante gli anni della II guerra mondiale è stata di gesso dipinto), è alta 35 centimetri e ha un valore commerciale (circa 300$); i vincitori sono invitati a non venderla; tutt'al più, restituirla all'Academy.
Alcune statuette sono però finite sul mercato: nel 2001 Steven Spielberg ha acquistato l'Oscar di Bette Davis per 578 mila dollari e l'ha restituito all'Accademy e Michael Jackson nel 1999 ha pagato oltre un milione di dollari per l'Oscar di David O. Selznick vinto per "Via col vento".

sabato 1 marzo 2014

La scultura. Giacometti a Roma


Fino al 25 maggio, all’interno delle sale della Galleria Borghese, la mostra "Giacometti. La Scultura".
Curata da Anna Coliva (direttrice della Galleria Borghese) e da Christian Klemm (illustre studioso dell’opera e realizzatore delle monografie più importanti sull’artista), l'esposizione racconta (attraverso 40 opere) l'artista - visionario, onirico e surrealista - e la sua opera in dialogo con i capolavori presenti alla Galleria, per fornire un accurato panorama dei modi in cui è stato interpretato il concetto di "statua" nelle varie epoche storiche. 


Confrontare la tragicità della scultura moderna con la classicità del passato è dettata da una riflessione sulla poetica di Giacometti, fortemente emblematica di un secolo che ha visto grandi sconvolgimenti politici, storici e culturali.
Tra le opere esposte Femme qui marche II (1936, Collezione Peggy Guggenheim, Venezia), Buste de Diego (1954, Centre Pompidou, Parigi) e Femme de Venise V (1956, Collezione Privata) e un interessante nucleo di disegni.


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http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_2098115590.html

domenica 16 febbraio 2014

A Roma i capolavori del Musée d'Orsey.


Dal 22 febbraio all’8 giugno il Complesso del Vittoriano presenta la grande mostra “Musée d’Orsay. Capolavori”. 
L’esposizione porta a Roma 70 opere realizzate tra il 1848 e il 1914 dai grandi maestri francesi, come Van Gogh, ManetGauguin, Monet, Degas, Sisley, Pissarro, Corot e molti altri,  in un percorso artistico che va dalla pittura accademica dei "Salon", alla rivoluzione impressionista, per approdare alle soluzioni formali dei nabis e dei simbolisti. 
La mostra è articolata in cinque sezioni.
La prima è incentrata sull’arte dei Salon, nucleo originario della collezione; la seconda illustra il rinnovamento della pittura di paesaggio ad opera della Scuola di Barbizon, che apre la strada allo studio impressionista della natura.


Si passa quindi la sezione dedicata alla modernità ritratta dagli impressionisti, che conferirono dignità di genere a balli, scene di vita in società e scorci di vita privata; infine l’evolversi del linguaggio pittorico post impressionista: la pittura Simbolista, il sintetismo di Gauguin, la bidimensionalità dei Nabis, fino ad arrivare alle avanguardie del XX secolo.


La rassegna è stata curata da Guy Cogeval e da Xavier ReyLa, che nella selezione dei dipinti hanno anche voluto rendere conto non solo della storia delle avanguardie e della modernità nella pittura, ma anche offrire ai visitatori un inedito racconto del Museo d'Orsay, ex stazione ferroviaria nel cuore della ville lumiere diventato una delle maggiori istituzioni mondiali dell'arte, illustrando la costruzione dell'edificio per l'Esposizione Universale del 1900 e le trasformazioni successive.

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http://www.ansa.it/web/notizie/photostory/spettacolo/2014/02/09/Monet-Van-Gogh-capolavori-Orsay-_10042745.html?idPhoto=1