Dal 22 febbraio all’8 giugno il Complesso del Vittoriano presenta la grande mostra “Musée d’Orsay. Capolavori”.
L’esposizione porta a Roma 70 opere realizzate tra il 1848 e il 1914 dai grandi maestri francesi, come Van Gogh, Manet, Gauguin, Monet, Degas, Sisley, Pissarro, Corot e molti altri, in un percorso artistico che va dalla pittura accademica dei "Salon", alla rivoluzione impressionista, per approdare alle soluzioni formali dei nabis e dei simbolisti.
La mostra è articolata in cinque sezioni.
La prima è incentrata sull’arte dei Salon, nucleo originario della collezione; la seconda illustra il rinnovamento della pittura di paesaggio ad opera della Scuola di Barbizon, che apre la strada allo studio impressionista della natura.
Si passa quindi la sezione dedicata alla modernità ritratta dagli impressionisti, che conferirono dignità di genere a balli, scene di vita in società e scorci di vita privata; infine l’evolversi del linguaggio pittorico post impressionista: la pittura Simbolista, il sintetismo di Gauguin, la bidimensionalità dei Nabis, fino ad arrivare alle avanguardie del XX secolo.
La rassegna è stata curata da Guy Cogeval e da Xavier ReyLa, che nella selezione dei dipinti hanno anche voluto rendere conto non solo della storia delle avanguardie e della modernità nella pittura, ma anche offrire ai visitatori un inedito racconto del Museo d'Orsay, ex stazione ferroviaria nel cuore della ville lumiere diventato una delle maggiori istituzioni mondiali dell'arte, illustrando la costruzione dell'edificio per l'Esposizione Universale del 1900 e le trasformazioni successive.
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