Alhambra
È la fortezza-palazzo che, fra il XIII e il XIV secolo, gli ultimi principi musulmani della Spagna - i Naṣridi o Banū 'l-Aḥmar (1232-1491) - costruirono sul colle che domina da levante la città di Granada, dove già prima esistevano la cittadella (l'Alcázaba, in arabo al-Qaṣbah) e il muro di cinta.
Il nome deriva dalla parola araba al-Ḥamrā' "la rossa" - che si trova applicata a palazzi e reggie anche in altre parti del mondo musulmano - e si riferisce al colore in origine rossastro delle mura della cittadella, fatte in gran parte con terra battuta.
L'opera fu iniziata da Muḥammad ibn Yūsuf al-Aḥmar e continuata dai suoi successori.
Quasi ognuno di questi ha aggiunto al palazzo qualche elemento nuovo, sia costruendo nuove sale o nuovi edifici, sia profondendo nelle parti già costruite quelle mirabili decorazioni (sia delle pareti che dei soffitti), che forma ancora oggi la bellezza maggiore dell'Alhambra. Una delle decorazioni, che quasi potrebbe dirsi particolare dell'Alhambra, è l'iscrizione "Lā ghālib illā Allāh" (non v'è altro vincitore che Dio".
Distinguere l'opera di ciascun sovrano non è facile, sia perché l'unico elemento che possa aiutare nella determinazione sono le iscrizioni sparse sulle mura interne ed esterne della cittadella e del palazzo (ma tali iscrizioni possono riferirsi alla decorazione in se, ma anche alla costruzione delle singole parti) sia perché non piccola parte di quella che era l'Alhambra quando l'ultimo dei principi Naṣridi dovette abbandonarla, è andata distrutta (diverse le cause: dalle pompose costruzioni di Carlo V, a un'esplosione di polvere nel 1591, all'occupazione francese del 1812 e non ultima, l'abbandono e l'incuria di molti secoli).
A fianco dell'Alhambra si trova il Generalife, un complesso architettonico costituito da una villa con giardini e pensato come luogo di riposo. Dal 1984 è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Le origini del Generalife risalgono al XII secolo, poi rimaneggiato da Abu I-Walid Isma'il; in origine non aveva accesso diretto al complesso dell’Alhambra, seppure inserito nel perimetro della città musulmana. L’ingresso principale si trovava in corrispondenza dell’attuale Cuesta de Los Chinos, attraversato il fiume Darro.
L’aspetto attuale rispetta ancora gli elementi originari, ma nel 1931 sono stati realizzati nuovi ingressi e nuovi sentieri, frutto del sapiente lavoro dell’architetto Prieto Moreno. L’uso di ciottoli, fontane, prati fioriti, assieme alle vedute panoramiche, fa riferimento alla tradizione araba di Granada, con molti luoghi intimi e accoglienti adatti alla contemplazione.
RIFERIMENTI DA:
http://www.treccani.it/enciclopedia/alhambra_(Enciclopedia_Italiana)/
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