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Visualizzazione post con etichetta Torino. Mostra tutti i post
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domenica 25 febbraio 2018

"Piranesi. La fabbrica dell'utopia" in mostra a Torino

Fino all'11 marzo le Sale Palatine della Galleria Sabauda - nel complesso dei Musei Reali di Torino - ospitano la mostra "Piranesi. La fabbrica dell'utopia".
Con una scelta espositiva di 93 opere - provenienti dalla Fondazione Giorgio Cini, dalle collezioni del Museo di Roma di Palazzo Braschi e dalla Galleria Sabauda - è data piena illustrazione alla variegata attività di Giovan Battista Piranesi (1720-1778), il grande incisore e architetto votato alla riscoperta dell’archeologia, che applicò la matrice vedutistica della propria formazione veneta a una immediata passione per le grandiose rovine di Roma, dove si trasferì nel 1740.
La sua vastissima produzione acquafortistica, caratterizzata da visioni prospettiche scenograficamente esasperate e da violenti effetti luministici, ne fecero uno degli artisti di maggior successo.
La mostra è curata da Luigi Ficacci e Simonetta Tozzi e presenta un’ampia selezione delle opere più significative di Piranesi, straordinario incisore all’acquaforte e figura centrale per la cultura figurativa del Settecento europeo.
Il percorso espositivo propone le grandi Vedute di Roma - dalle amplificate prospettive architettoniche - i fantasiosi Capricci eseguiti ancora sotto l’influsso di Tiepolo, le celeberrime e suggestive visioni della serie delle Carceri. Un immaginario di grande impatto emotivo sulla cultura del tempo, protrattosi fino ai giorni nostri coinvolgendo arte, letteratura, teoria e pratica architettonica, fino alla moderna cinematografia.
Sono inoltre esposte (provenienti dalla Fondazione Cini) le realizzazioni tridimensionali di alcune invenzioni piranesiane mai realizzate e ricavate dal ricchissimo repertorio delle "Diverse Maniere di adornare i Cammini" (1769) o di alcuni pezzi antichi, riprodotti e divulgati da Piranesi nella serie dei "Vasi candelabri cippi sarcofagi tripodi" (1778), come il celeberrimo tripode del Tempio di Iside a Pompei, vero e proprio masterpiece dell’arredo neoclassico e Impero.
E' infine creata, grazie al contributo e alla tecnologia del Laboratorio di Robotica Percettiva (Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa) una sala “immersiva” delle celebri prigioni piranesiane rese in versione tridimensionale, in cui si potrà rivivere tutto il fascino di queste visioni fantastiche e irreali, che sono ormai divenute un vero e proprio caposaldo del nostro immaginario collettivo.
A completamento della rassegna accurate e artistiche restituzioni fotografiche dell’unica, effettiva realizzazione architettonica lasciataci da Piranesi, la chiesa di S. Maria del Priorato, in un gruppo di opere appositamente realizzate dal fotografo Andrea Jemolo.

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venerdì 11 novembre 2016

"Meraviglie degli Zar. I Romanov e il Palazzo Imperiale di Peterhof" in mostra alla Venaria

Alla Reggia di Venaria fino al 29 gennaio 2017, l'esposizione ripercorre lo splendore di uno dei complessi di palazzi e fontane più sontuosi d'Europa: il Palazzo Imperiale di Peterhof.

Grandi proiezioni, immagini e un centinaio di opere tra dipinti, abiti, porcellane, arazzi ed oggetti preziosi, rievocano una delle più importanti e prestigiose residenze dei Romanov, oggi meta principale del turismo culturale in Russia.

Sito in un grande parco sulle rive del Mar Baltico vicino a San Pietroburgo, il primo palazzo di Peterhof fu costruito da Pietro il Grande (da cui ha origine il nome), al quale si aggiunsero nel corso degli anni altri splendidi edifici e giardini voluti dai successivi sovrani russi, da Caterina la Grande fino a Nicola II.

A cura di Elena Kalnitskaya ed in collaborazione con The Peterhof State Museum-Reserve di San Pietroburgo, il percorso di visita si apre con una presentazione di Peterhof e dei personaggi che lo abitarono, a cominciare dal grande arazzo di Pietro il Grande. 
Una selezione poi di oggetti acquistati dai Romanov durante i loro viaggi in Europa negli spettacolari Gran Tour e di quelli invece commissionati dagli Zar agli artisti e artigiani russi, ricostruiscono lo sfarzo della corte russa ed i rapporti intercorsi nell'arco dei secoli tra i Romanov e i Savoia.


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lunedì 6 aprile 2015

A Torino l'arte di Tamara de Lempicka


Fino al 30 agosto a Palazzo Chiablese, una mostra dedicata a Tamara de Lempicka.
L’esposizione presenta oltre 80 opere in un percorso tematico che permette al pubblico di conoscere le opere più iconiche e note della Lemcpicka, ma anche nuovi aspetti della sua vita e del suo percorso artistico.
La mostra si articola in 6 sezioni. Si apre con "I mondi di Tamara de Lempicka", un'esplorazione attraverso tutte le case in cui ha vissuto tra il 1916 e il 1980, tra l’anno del suo matrimonio a San Pietroburgo e l’anno della morte a Cuernavaca.
La seconda sezione, "Madame la Baroness, Modern medievalist", prende il titolo da un articolo dei primi anni Quaranta uscito negli Stati Uniti, dove si parlava del suo virtuosismo tecnico espresso soprattutto nelle nature morte, primo genere in cui l’artista si cimenta fin dall’età adolescenziale e che raggiunge livelli eccelsi proprio in quel periodo.


La terza, "The Artist’s Daughter" presenta quei dipinti dedicati alla figlia Kizette che le portarono i maggiori riconoscimenti.
La quarta sezione s'intitola "Madonne e santi" e rivela - tenuto conto dalla natura ambivalente e dalla condotta trasgressiva dell'artista - un’insospettabile attenzione per la pittura “devozionale”: troviamo, tra gli altri, la Vergine col Bambino (1931) e la Vergine blu (1934).
La quinta sezione "Dandy déco" racconta il costante rapporto della Lempicka con il mondo della moda. Qui si trovano molte delle più note icone della Lempicka, da Le confidenze del 1928, alla Sciarpa blu del 1930, allo straordinario Ritratto di Madame Perrot con calle del 1931-1932.


Nella sesta "Scandalosa Tamara" si affronta il tema della Coppia. Campeggia in questa sezione il dipinto "La prospettiva" del 1923 (prestito del Petit Palais di Ginevra) primo quadro apprezzato e citato dalla critica del tempo.
La settima sezione "Le visioni amorose" racconta attraverso eccezionali nudi la delicata attenzione riservata agli uomini ed alle donne da lei amati.
La mostra - curata da Gioia Mori - ha lo scopo di illustrare il percorso creativo della de Lempicka, influenzato dall'arte antica quanto dalla lezione delle avanguardie storiche, con un occhio a recenti ricerche che hanno fatto emergere nuovi e più intimi aspetti. 


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giovedì 19 dicembre 2013

A Torino "RENOIR, dalle Collezioni del Musée d'Orsay e dell'Orangerie"



Alla GAM (Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea) di Torino fino al 23 febbraio 2014, una mostra che riunisce una sessantina di opere di Pierre-Auguste Renoir (1841-1919) - eccezionalmente prestate dal Musée d’Orsay e dall’Orangerie - e permette di ricostruire nella sua completezza il percorso artistico di uno dei maestri dell’Impressionismo.
Il percorso espositivo attraversa i grandi temi che hanno caratterizzato la sua opera, dagli inizi - nella Parigi degli anni sessanta dell’Ottocento - quando incontra Monet, Bazille, Cézanne, Degas, Pissarro e Manet, fino ai grandi nudi femminili degli ultimi anni, passando per i ritratti delle "grisettes" (le sartine di Montmartre), quelli dei suoi amici e familiari, i paesaggi e i fiori che celebrano la vitalità della natura o ancora l’evocazione gioiosa e lirica dei balli e delle feste popolari.


I capolavori qui raccolti testimoniano quanto, al di là dello stereotipo che frequentemente lo identifica solo come pittore della spensieratezza e della gioia di vivere, Renoir fu un artista in perenne ricerca, sempre pronto a misurarsi con il nuovo.
La mostra si articola in nove sezioni: "L’età della Bohème", “Nous adorons les femmes de Renoir”; “Le métier de paysagiste”; "Infanzia"; “La recherche heureuse du côté moderne”; "Le Jeunes filles au piano"; “Beau comme un tableau de fleurs”; “Le nu, forme indispensable de l’art”; "L’eredità delle Bagnanti".


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martedì 16 ottobre 2012

A Torino il "Salone del Gusto & Terra Madre"


"Usare la testa nelle scelte alimentari". Questo il filo conduttore della 9/a edizione del Salone del Gusto, che avrà come immagine simbolo la mela di Newton e come sintesi il tema "Cibi che cambiano il mondo".
L'evento, con oltre 1000 espositori, si terrà dal 25 al 29 ottobre al Lingotto Fiere ed è organizzata da Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino, in collaborazione con il ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.  
In programma: Laboratori, Teatri del Gusto e Master of Food, Appuntamenti a Tavola nei migliori ristoranti del territorio, aree di ristorazione, conferenze e percorsi didattici per bambini e adulti.
Per la prima volta il Salone sarà una sola cosa (e completamente aperta al pubblico) con Terra Madre, l'incontro che riunisce le Comunità del cibo di tutto il pianeta.
''Le storie di chef, artigiani e comunità del cibo di 150 paesi - sottolinea Slow Food - dimostrano che possiamo fare qualcosa di buono per la nostra salute, l'ambiente ed il sistema produttivo, senza rinunciare al piacere del cibo e alla convivialità''. 
La ricchezza agroalimentare arriverà a Torino da ogni angolo del mondo, dai produttori riuniti nei Presidi tutelati da Slow Food e della Comunità del cibo raccolte nella rete mondiale creata nel 2004. 

Si potranno così scoprire le vecchie varietà di caffè di Lowero dell'Uganda o le fragole bianche di Purèn nel Cile o la pasta katta di Timbuctu e Gao in Mali.
Slow Food sottolinea inoltre che il crescente fenomeno del "land grabbing" (accaparramento dei terreni agricoli da parte di multinazionali e fondi sovrani di Stati stranieri) in Africa, Sud America, Asia, Australia ed Europa orientale, ''rafforza un modello basato sulla concentrazione delle proprietà e su monocolture intensive che impoverisce il suolo, cancella i sapori tradizionali, crea una dipendenza crescente da quattro colture (riso, mais, grano e soia''. 
Slow Food porrà anche l'accento sul rapporto tra cibo e cambiamenti climatici: secondo il Food Climate Research Network, il sistema agroalimentare è tra le prime cause di inquinamento e si calcola che l'Europa sia responsabile di un terzo delle emissioni di gas serra.


RIFERIMENTI DA: 
http://www.salonedelgusto.it/
http://www.ansa.it/terraegusto/notizie/rubriche/speciali/2012/10/15/Salone-Gusto-1-000-espositori-la-rivoluzione-cibo_7632677.html

venerdì 2 marzo 2012

Cioccolato' : 10 giorni golosi a Torino

"O ci vai o ci sei": è questo l'headline dell'edizione 2012 di Cioccolatò, la manifestazione che Torino - dal 2 all’11 marzo - dedica  al cibo degli dèi: il cioccolato. 
E per trovare la strada basta seguire la mappa stradale che, nell'immagine simbolo dell'edizione 2012, diventa l'insolito incarto del Gianduiotto piemontese. 
Nella IX edizione di questo"paradiso per golosi", alle molteplici iniziative di degustazioni (libere e guidate), giochi per bambini, incontri con esperti e lezioni di cucina, si affiancano eventi specifici come , ad esempio, "gianduiotto day", "choccofarm", "Chocolate Show" o "Chocolate Blogger Time".
Un ricco calendario per "conoscere" (o approfondire) la tradizione cioccolatiera di Torino e del Piemonte, ma anche del cioccolato made in Italy ed internazionale. 
Curiosità: secondo una leggenda, i primi a coltivare il cacao furono - per volontà del re Hunahpu -  i Maya. Per essi era talmente prezioso da essere utilizzato come moneta nel commercio con le altre tribù.
 

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http://www.cioccola-to.it/2012/home.php