25 settembre 1896 - 24 febbraio 1990
Qualsiasi cosa si possa scrivere su Sandro Pertini sarà sempre riduttiva.
La sua vita sembra un romanzo d'altri tempi. Un ardente antifascista con una caparbia fede nei principi di libertà, democrazia e giustizia sociale; un politico e un Capo di Stato di eccezionale "schiettezza", che ha conosciuto - in Italia ed all'estero - una popolarità senza paragoni.
Un uomo autorevole e intransigente, sempre.
Di seguito un passo della lettera, scritta dal carcere alla madre, con la quale si "dissocia" dalla domanda di grazia.
"(...) Come si può pensare, che io, pur di tornare libero, sarei pronto a rinnegare la mia fede? E privo della mia fede, cosa può importarmene della libertà? La libertà, questo bene prezioso tanto caro agli uomini, diventa un sudicio straccio da gettar via, acquistato al prezzo di questo tradimento, che si è osato proporre a me.Nulla può giustificare questo tuo imperdonabile atto. (...) È bene che tu conosca la dichiarazione da me scritta all’invito se mi associavo alla domanda da te presentata. Eccola: “ La comunicazione, che mia madre ha presentato domanda di grazia in mio favore, mi umilia profondamente. Non mi associo, quindi, ad una simile domanda, perché sento che macchierei la mia fede politica, che più d’ogni altra cosa, della mia stessa vita, mi preme. (...)"
Indro Montanelli di lui ha scritto: “Non è necessario essere socialisti per amare Pertini. Qualunque cosa egli dica o faccia, odora di pulizia, di lealtà e di sincerità”.
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