Grande fragore per la Relazione del Presidente della Corte dei Conti, in occasione dell'Inaugurazione dell'Anno Giudiziario 2012.
Una relazione in cui il presidente - Luigi Giampaolino - sottolinea il dilagare di corruzione ed illegalità alle quali si collega una ignominiosa gestione delle risorse pubbliche.
"... Si tratta di una lunga e, si potrebbe dire, ben triste teoria di casi e vicende, qui segnalate solo in parte e per categorie generali, che serve non tanto per tracciare una mappatura dell’illegalità, della corruzione o del malaffare (fenomeni ancora notevolmente presenti nel Paese e le cui dimensioni, presumibilmente, sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce) ma, quel che più interessa, ad effettuare una ricognizione degli episodi più ricorrenti di gestione delle risorse pubbliche inadeguata, perché inefficace, inefficiente, diseconomica. (...)"
Puntualizza l'importanza sia dei controlli (nazionali ed europei), che dell'indipendenza degli organi che li eseguono.
"... all’interno degli Stati, deve farsi luogo a controlli esaurienti ed efficienti circa la rispondenza dei documenti e dei comportamenti finanziari alle regole e agli obiettivi di bilancio che i governi nazionali si sono impegnati a rispettare; controlli che, per essere ritenuti soddisfacenti dall’Unione, non possono che essere terzi e indipendenti da ciascun governo, poiché, in caso contrario, verrebbe meno ogni loro attendibilità. (...)"
E non mancano i riferimenti alla necessità di verifiche "a posteriori", attualmente carenti.
"... È noto, peraltro, che, in Italia, mentre grande attenzione è riservata alle proiezioni e alla stima degli effetti attesi dai principali provvedimenti, sono, invece, carenti le misurazioni e le valutazioni ex post circa l’impatto che le politiche pubbliche esercitano sulla dinamica delle entrate e delle spese; cosicché v’è una quasi totale mancanza di documenti e di studi dedicati a verificare a posteriori se, quanto e come abbiano in realtà funzionato gli strumenti impiegati per migliorare il coordinamento della finanza pubblica e la qualità della spesa. (...)"
Considerazioni amare, ma che - anche se ce ne fossero stati - non lasciano dubbi.
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