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venerdì 9 marzo 2012

Roma e le "visioni" di Salvador Dalì


Dopo più di mezzo secolo, tornano a Roma - dal 9 Marzo al 1° luglio 2012 - presso il Complesso del Vittoriano, le geniali opere di Salvador Dalì. Olii, dipinti, filmati, oggetti, fotografie, ritratti, che aiuteranno a ripercorrere la vita e l’evoluzione artistica del grande maestro del surrealismo. 
Un universo suggestivo creato dalla sua pittura visionaria fatta di sogni, incubi e ossessioni, espressione di quella ricerca del “meraviglioso”, teorizzato da Breton.
La mostra è a cura di Montse Aguer (Direttrice del Centro per gli studi daliniani alla Fundació Gala-Salvador Dal) e di Lea Mattarella (Docente di Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Napoli) ed è supportata da grandi istituzioni museali come il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, il Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, la Thyssen-Bornemisza Collection.
La parte introduttiva è dedicata alla scoperta del Dalí artista attraverso il Dalí uomo.
Il percorso espositivo farà anche luce su un aspetto inedito: il rapporto dell'artista spagnolo con l'Italia; un rapporto strettissimo, eppure quasi del tutto sconosciuto.

Il termine “surrealista” fu coniato nel 1917 dallo scrittore Guillaume Apollinaire, ma il Surrealismo come movimento artistico nacque solo nel 1924 grazie al poeta francese Andrè Breton, che descrisse le caratteristiche di questa nuova corrente e le espose nel “Manifeste du surrealisme”, pubblicato, appunto, nel 1924. 
Breton teorizzò che la ragione impedisce al vero artista di esprimersi in piena libertà. Diede quindi molta importanza all'aspetto onirico dell'arte e alle teorie di Sigmund Freud circa l’inconscio ed il sogno. 
Il movimento surrealista si fece conoscere al pubblico nel 1925 attraverso una mostra organizzata e voluta da Breton. 

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